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novembre 2019. Anche a Collegno è stato abbattuto un muro
all’ingresso della Lavanderia a vapore del vecchio Manicomio
cittadino. É il giorno dell’inaugurazione quando un muro fatto di
mattoni (di cartone) vengono buttati giù: insieme giovani, politici,
insegnanti, volontari. Una volta entrati, ci si ritrova catapultati
nell’open space della vecchia Stireria, luogo delle oltre 100
immagini che compongono la mostra “100 anni di pace”.
Il
messaggio è più che chiaro: buttare
giù i muri è la sola chiave per la conoscenza e la convivenza.
É il giorno dell’inaugurazione quando un muro fatto di mattoni (di cartone) vengono buttati giù: insieme giovani, politici, insegnanti, volontari. Una volta entrati, ci si ritrova catapultati nell’open space della vecchia Stireria, luogo delle oltre 50 fotografie che compongono la mostra. “Il messaggio è più che chiaro: buttare giù i muri è solo la chiave per la conoscenza e la convivenza. Quel muro di Berlino, come il muro del Manicomio, ci ricorda il male che la storia è riuscita a compiere – spiega il sindaco Francesco Casciano -. Un’osservazione che purtroppo non è banale. Basta guardarsi intorno: l’appello alla vita viene negato. Vengono però costruiti muri, trincee. In Siria, in Palestina. Se ne vorrebbero ancora, altrove. Solo attraverso la conoscenza è possibile salvarci”. Non a caso la mostra si rivolge a gruppi, singoli e studenti delle scuole superiori. Un viaggio attraverso tre sezioni, in una controstoria che mostra strade possibili. Di chi ce l’ha fatta con la nonviolenza. Il viaggio all’interno della mostra si è conclusa ufficialmente il 4 novembre, con oltre 250 visitatori. Tuttavia è ancora possibile per le classi e i gruppi prenotare una propria esperienza. Perché altre strade sono ancora possibili, e qui non c’è spazio per i muri.